Mela
Immagina i meleti del Trentino-Alto Adige, distese infinite di frutti lucenti che ogni anno regalano tonnellate di mele destinate a succhi, purè e altre lavorazioni alimentari. Dopo la spremitura, rimangono torsoli, bucce e residui fibrosi: normalmente questi scarti sarebbero destinati allo smaltimento, generando ulteriori emissioni e sprechi, con un impatto ambientale significativo. Oggi, però, da questi residui nasce una delle innovazioni più sorprendenti nel mondo della moda sostenibile: la apple skin.
Tutto parte da un’idea semplice ma rivoluzionaria: trasformare ciò che era rifiuto in una risorsa preziosa. Qui entra in gioco Frumat, un’azienda trentina che ha saputo unire la tradizione agricola locale con la ricerca tecnologica. Frumat raccoglie gli scarti di lavorazione delle mele, li essicca, li riduce in polvere e li mescola con materiali leganti e tessili, creando un materiale resistente, versatile e dall’aspetto simile alla pelle animale, ma completamente cruelty-free. Non è solo un materiale innovativo, è un simbolo di design circolare: dalla terra, un frutto; dal frutto, un materiale che torna a nuova vita.
Accanto a Frumat, nasce Uppeal, un marchio registrato frutto della collaborazione tra Frumat stessa e Mabel Industries, che si occupa di lavorare la polvere di mela (di Frumat) e trasformarla in un prodotto finito di altissima qualità. Uppeal ha una propria identità, distinta da Frumat, e il suo nome racconta l’anima più fashion e internazionale di questa innovazione. Così, mentre Krocette ha scelto di utilizzare i materiali sviluppati da Frumat, il brand Miomojo ha abbracciato la filosofia di Appeal, impiegando i loro tessuti nelle proprie collezioni sostenibili.
Il bello di questa storia è che, pur partendo dalla stessa intuizione, dare una seconda vita agli scarti, Frumat e Appeal percorrono strade parallele, offrendo soluzioni diverse ma accomunate dallo stesso obiettivo: ridurre gli sprechi, valorizzare il territorio e proporre un’alternativa concreta alla pelle tradizionale. La apple skin non è solo un materiale: è il simbolo di un cambiamento culturale, di un’eleganza responsabile e di un futuro in cui moda e natura possono finalmente camminare insieme.
Nota
Nel panorama mondiale esistono anche altre realtà, che adottano lo stesso processo innovativo ma partendo da mele di altre origini. Il principio di trasformare gli scarti in materiale sostenibile rimane identico; a cambiare possono essere soltanto la provenienza delle materie prime e il marchio che realizza il prodotto finale.
Come una mela diventa una borsa
- Recupero e selezione
Le bucce e i torsoli delle mele vengono raccolti e preparati per la lavorazione.
- Essiccazione
Gli scarti vengono disidratati, eliminando l’acqua e stabilizzando il materiale.
- Macinazione
Il prodotto essiccato viene ridotto in polvere fine, omogenea e versatile.
- Miscelazione con leganti
La polvere di mela si unisce a poliuretano (PU) applicato su un resistente tessuto di cotone, per donare flessibilità e resistenza.
- Formatura in fogli
Il composto viene pressato e lavorato fino a ottenere fogli che ricordano la consistenza della pelle.
- Finitura
Qui entra in gioco la creatività: colorazioni, texture, superfici lisce o materiche, che danno personalità e carattere alla borsa finale.
Così, da un frutto nasce un accessorio che racconta una storia di rispetto, innovazione e bellezza, senza compromessi per l’ambiente.
30% mela
5% cotone
65% PU reciclato